NON SOLO PINOCCHIO
Carlo Lorenzini alias Carlo Collodi nasce a Firenze nel novembre del 1826. Primogenito di una numerosa e sventurata famiglia (dei dieci figli, sei ne muoiono in tenera età. ,Frequenta le elementari a Collodi dove sua madre lavora e trascorre tutta la sua infanzia in questo paese. Rimane per sempre legato a questo luogo e tornerà spesso durante la sua vita. Carlo Lorenzini è anche un fervente patriota tanto da arruolarsi come volontario alle guerre di indipendenza. La sua battaglia principale è di rendere moderna l'Italia rompendo la schiavitù di rapporti servili che impediscono lo sviluppo autonomo della persona.
Questa idea fissa infastidisce molto i personaggi di spicco del Gran Ducato di Toscana.
Lascia il seminario dove è stato destinato, per iniziare a lavorare presso un giornale e coltivare la sua grande passione la scrittura. Inizia come critico musicale visto che ha alle spalle studi musicali ed è un ottimo esecutore al pianoforte. Celebri sono le sue esecuzioni a casa di suo fratello Paolo durante serate di gala. E' un grande intenditore di Rossini scrive cose straordinarie su di lui. Capisce sin da subito il gioco del maestro pesarese fra partitura e libretto, il gioco di rispecchiamento ironico e satirico. Negli anni 50 collabora anche con i giornali fiorentini che diventeranno presto una testa di ariete che combattono il sistema dell'arte e della musica quale era codificato al tempo. Sara proprio Collodi a fare un articolo molto duro dove denuncia la connivenza tra potere politico e potere accademico impedendo lo sviluppo dell'arte moderna come avveniva negli altri paesi moderni. Fonda egli stesso un periodico intitolandolo "Il Lampione" che si prefigge di "... far lume a chi brancola nelle tenebre..."
Accanto a questo Lorenzini, prima di diventare Collodi, c'è il Lorenzini che ritiene fondamentale, come dice lui, il risorgimento del teatro italiano. Scrive una serie di testi teatrali che hanno fortuna con il pubblico ma subiscono un giudizio negativo dalla critica. La critica lo attacca ferocemente perchè i suoi lavori non hanno il lieto fine, cosa che era di rigore al tempo. Siamo intorno agli anni 50 e 70 del 1800. Ma cosa racconta Lorenzini di cosi indigesto per attirarsi le ire di una critica bacchettona?. Racconta semplicemente di classi dirigenti parassitarie, di giovani rampolli che invece di dedicarsi ad attività produttive per se stessi, la propria classe, il proprio paese, si perdono in meschine frivolezze giocando al ribasso nella vita propria o nella vita degli altri. Oppure racconta un altro aspetto che a lui sembrerà fondamentale ed è il fatto che la donna non essendo educata ad essere libera, indipendente, è soggetta prima al padre, al fratello e poi al marito. Pertanto Collodi critica aspramente l'istituzione del matrimonio come è concepita al tempo, una forma che impedisce il libero sviluppo delle personalità, mentre il matrimonio deve essere l'unione d'amore di sesso diverso, libere, totalmente libere e solo così potrà essere una nobile istituzione.
Così facendo Carlo Lorenzini entra in una situazione precisa della società italiana, di cui coglie i mali appunto l'arretratezza della classe aristocratica, ma coglie anche il "passo lento" della borghesia che è imbrigliata da leggi e da un sistema che favorisce solo rapporti servili. Tutto questo suo pensare lo troviamo in una sua commedia dal titolo: "Antonietta Bontalenti".
Infine se si prende il suo lavoro più famoso, Pinocchio, notiamo che Collodi intreccia il suo scritto fra uomini, bambini, fate e personaggi fiabeschi perchè proprio per la battaglia che ha fatto in passato per l'emancipazione della donna e dell'uomo, vuole dimostrare con Pinocchio che anche l'uomo può educare al cuore, compito di solito spettante alle donne, e per la prima volta ad una donna viene dato il compito di educare alla morale. L'uomo quindi con Geppetto è un paterno affettuoso che si priva degli abiti per vestire il figlio che sempre lo accoglie dimenticando le monellerie che Pinocchio combina perche è sempre catturato dalle avventure della vita e sarà proprio una donna , la fata Turchina, a rimproverare Pinocchio ed educarlo alla morale.